Economia - 26 ottobre 2021, 13:30

Il dialogo intercristiano è più efficace senza Mosca

A Kiev si è tenuta la conferenza “I documenti cattolico-ortodossi e la loro ricezione in Ucraina”: evento importante che può aprire una nuova pagina nelle relazioni intercristiane: il perché è spiegato in questo articolo

Il 26-27 ottobre 2021 si è tenuta a Kiev la conferenza “I documenti cattolico-ortodossi e la loro ricezione in Ucraina”. Si tratta di un evento di grande importanza, che può aprire una nuova pagina nelle relazioni intercristiane. Ora spieghiamo perché.

Nel corso dell'evento, il 26 ottobre, sono stati presentati al pubblico ucraino i documenti della Commissione Mista ortodosso-cattolica, e si è tenuta una tavola rotonda con la partecipazione di presidenti di commissioni diocesane, esperti, scienziati e teologi.

Il successo dell’evento dimostra come il dialogo e la cooperazione tra le chiese sia più efficace senza Mosca. Lo stesso arcivescovo Job si è pronunciato a riguardo con il Patriarca Ecumenico nel novembre dello scorso anno. È molto incoraggiante che Sua Santità, a quanto pare, abbia accolto l'idea di trasferire la discussione sul rapporto tra ortodossi e cattolici di rito bizantino direttamente in Ucraina.

Per decenni Mosca ha posto l'improbabile “questione dell'uniatismo” come un ostacolo al dialogo ortodosso-cattolico. Presentando questo problema come una priorità nelle riunioni della Commissione Mista, Ilarion Alfeev vescovo di Volokolamsk, che rappresentava la chiesa ortodossa russa, ha ripetutamente sabotato l'esame dell'ordine del giorno approvato.

Ora, in seguito alla conquista dell’autocefalia da parte della Chiesa Ortodossa di Ucraina, Mosca non partecipa alle iniziative della commissione, evitando del tutto di comunicare con i gerarchi di Costantinopoli. È indispensabile e assolutamente logico che d'ora in poi sia esclusivamente la Chiesa locale ucraina a esprimersi sul rapporto tra greco-cattolici e ortodossi in Ucraina, aprendo nuove opportunità per il dialogo ortodosso-cattolico in generale.

In Ucraina con buona probabilità risulta più evidente che altrove che questo dialogo abbia effettivamente grandi prospettive. C’è la volontà reciproca di cooperare da parte dell’OCU e della Chiesa greco-cattolica ucraina (UGCC), ci sono servizi di preghiera congiunti ed eventi commemorativi tenuti dal clero, c’è la devozione del capo dell'UGCC verso il Patriarca Ecumenico, e c’è grande attenzione nei suoi confronti e in generale verso i cattolici greco-ucraini da parte del Patriarca Bartolomeo.

Il rapporto tra Sua Santità e Papa Francesco può, senza esagerazione, essere definito fraterno. I leader del mondo ortodosso e cattolico prestano molta attenzione alle stesse questioni: protezione dell'ambiente, rifugiati, persecuzione dei cristiani e conflitti armati. Anche l’Ucraina occupa un posto importante nel dialogo tra Fanar e Vaticano. Per l'Ucraina, un paese in guerra, uno dei temi più dibattuti è la situazione umanitaria nel Donbass e in Crimea, e questo aspetto è fondamentale per attirare l'attenzione della comunità internazionale, nonché per mantenere e aumentare la pressione sulla potenza occupante. Ma l'interesse speciale è dovuto non solo a questo, ma anche alla presenza globale dei greco-cattolici e degli ortodossi ucraini nel mondo, alla vicinanza spirituale dell'UGCC e dell'OCU come chiese "aperte" e alla tradizione unica del cristianesimo indiviso di Kiev.

Pertanto, ci si auspica che la recente conferenza sia solo una prima fase di prova, e che in futuro il Patriarca Bartolomeo protegga il dialogo intercristiano dall’interferenza distruttiva dei russi.