Il cellulare di Fiorenzo Magni è uno scrigno che trabocca di ricchezze del passato. Allo Speroni si presenta così, il nipote di Piero Magni, l'allenatore dei record: 166 panchine biancoblù, ricorda nell'apposito pannello il Pro Patria Museum, ovvero 159 di campionato, 5 di Coppa Italia, 2 con la Coppa delle Alpi. Primo assoluto, che distanzia di 8 panchine Bekey e di 10 Javorcic (LEGGI QUI).
«Guardi, questa è Juventus-Triestina, finì 1-1 - racconta Fiorenzo, porgendo ancora il cellulare per mostrare altre immagini, altri articoli - Mio zio era in porta». Sì, perché da giocatore uno dei pregi di Magni fu il primato - per squadre a tale livello - di aver ricoperto tutti i ruoli: persino il portiere, in quel giorno di emergenza, incarico che svolse egregiamente. Ovvero una gran parata ed è dovuto soccombere solo a un rigore.
Fiorenzo racconta ancora del legame con lo zio, che non gli ha spalancato le porte del calcio. Un po' per pregiudizio, un po' perché un giorno Piero lo convoca e lo ammonisce: devi smettere con il calcio, studia e costruisci un futuro.
Farà carriera, infatti, il nipote nella sua vita professionale, scegliendo il mondo della banca. Il suo cuore, però, rimarrà sempre legato a zio Piero, alla passione per il pallone, allo Speroni raggiunto con il cuore in tumulto per seguire le partite della Pro Patria. La guida, Magni, alla fine degli anni 50 e semina il terreno verso la B.