Ieri... oggi, è già domani - 17 settembre 2021, 06:00

"a paia tacàa al foeugu, l'à brusa"- la paglia vicino al fuoco, brucia

Giuseppino parla con naturalezza. Si vede protagonista. Tuttavia, manifesta la sua umiltà

Il solerte Giuseppino guarda con cura il "suo" libro, poi sbotta sorridendo...."al m'à piasi" (mi piace) e non si spinge oltre. Aggiunge solo "l'è 'n bèl libar" e per un Bustocco, il "bèl" non è sinonimo di bello, ma lo è di buono. Lo si dice per un "bèl giugadui" (bravo giocatore), un "bèl mangioeu" (un buon mangiare), un "bel afori" (un buon affare), un "nèl persunagiu" (una bella persona)...C'è poi un "bèl mistè" (un buon mestiere), un "bel doghi a chi gha canta ul dèmi-dèmi" (una buona scazzottata a chi canta il datemi-datemi, cioè ....provoca).

Giuseppino parla con naturalezza. Si vede protagonista. Tuttavia, manifesta la sua umiltà. Lascia a me, la prerogativa degli elogi, ma lui sa che gran parte del merito per "ul bèl libar" è tutta sua. E mi snocciola una chicca: "a paia tacàa al foegu, l'à brusa" e si riferisce a persone,  della sua epoca che "salvaguardavano" l'integrità delle fanciulle (che oggi ha perso un po' di valore). Traduzione (ed è una metafora)...."la paglia vicino al fuoco, brucia". E si riferisce ai rapporti sessuali tra persone non sposate, forse nemmeno fidanzati o (per eccesso) quasi senza conoscenza fra loro. Giuseppino ha la sua opinione. Che manifesta. E che mi chiede di non esporre. Mi attengo quindi al suo volere. Ciascuno faccia uso del detto, come crede ....allora si usava così.

Per una spiegazione specifica, si sappia che ....allora, c'era sempre un "gendarme" a vigilare su maschi e femmine (coppie) e talune "libertà" non esistevano. "Sèra su'l discursu" ammonisce Giusepèn. Lui non è proprio ....pudico, ma nemmeno vuole imporre il suo ....ragionamento.

Inutile ribadire che a quei tempi, non c'era la Legge sul Divorzio. Nemmeno esisteva la Legge Merlin, ma esistevano certi modi di comportamento .... diversissimi dall'oggi. Inutile fare filosofia. In tutto c'è il buono e il cattivo....il riprovevole, l'inaccettabile e il ...blasfemo.

Ciò che a Giuseppino non garba era il differente modo di affrontare il problema. Per dire che una ragazza che "si poneva" al suo ragazzo era considerata una "poco di buono", mentre per il ragazzo si diceva che era ....cacciatore. (Lasciatemelo dire "roba da matti")

Fatto è che i "confetti bucati" si riferiscono ai rapporti sessuali consumati prima del matrimonio. Se poi dovesse succedere il "mancato matrimonio" per "colpa" di lei o di lui, si bollava sempre la ragazza di avere "peccato" contro ....etica e altro. Figurarsi se (per caso) la ragazza rimaneva incinta. Nove su dieci, si teneva "la colpa del peccato" (chiamare così un bambino che nasce è davvero una colpa, non altro) e la ragazza difficilmente trovava marito. E ora -qui- mi astengo dal manifestare lo sdegno per questa incredibile mentalità che oso definire contorta e decisamente ...anti vita.

Giuseppino non vuole analizzare il modernismo, ma dice (come sempre) una saggezza: "alùa seàm 'gnuranti .... mò ...in pocu intelligenti" (allora eravamo ignoranti....adesso... sono poco intelligenti).

La finiamo qui, la chiacchierata. Ci sono riflessioni su cui meditare e, magari capire che in ogni epoca....c'è il "bèl ragiunamentu.... chèl brutu....e chel dul lassa perdi" (il buon ragionamento, quello ipocrita e quello del .... lascia perdere). La vita continua!

Gianluigi Marcora