L’associazione Filo Rosa Auser continua il suo impegno a favore delle donne, che subiscono violenza non solo fisica ma anche psicologica. Le restrizioni pandemiche hanno ulteriormente aggravato le condizioni delle donne che vivono in contesti difficili, con un aumento del numero di richieste di aiuto. Dal 2015 l’Associazione Filo Rosa Auser gestisce il Centro Antiviolenza (Cav) di Legnano nell’ambito della Rete Ticino-Olona, all’interno di un circuito in cui sono presenti 51 comuni del territorio. Recentemente il Centro Antiviolenza si è trasferito in via Pasubio, all’interno di una villa sequestrata alla criminalità organizzata.
La presidente Loredana Serraglia del Filo Rosa Auser, racconta il percorso dell’associazione, le difficoltà durante il Covid e gli scenari futuri per la città di Legnano e non solo.
«Filo Rosa Auser, come da statuto, agisce prevalentemente nell’ambito della prevenzione e contrasto alla violenza di genere, secondo i principi della Convenzione di Istanbul, sulla base dei dettati normativi nazionali e della Regione Lombardia. A partire dal 2014, Filo Rosa Auser nel suo ruolo di ente gestore del Cav di Cardano al Campo ha aderito anche alla Rete Antiviolenza “Network Ticino-Olona”, con capofila il Comune di Cerro Maggiore, aprendo un Cav a Legnano. Allo stato dell’arte, Filo Rosa Auser opera all’interno della rete gestendo il Cav di Legnano e, dall'aprile 2018, lo sportello antenna di Castano Primo. Dalla data di apertura sul territorio di Legnano (marzo 2015) ad oggi, il Centro Antiviolenza Filo Rosa Auser ha accolto quasi 550 donne a Legnano e 65 donne sono state prese in carico presso lo sportello di Castano Primo».
La pandemia e il lockdown hanno peggiorato le condizioni delle donne che già vivevano situazioni gravi all'interno delle famiglie. Avete avuto questo riscontro anche nel nostro territorio?
«Già dal primo trimestre del 2020, con l'insorgere dell'emergenza epidemiologica da Covid 19, i centri ed il numero verde nazionale antiviolenza 1522 hanno iniziato a registrare un aumento delle richieste d'aiuto provenienti da donne che, sotto il peso del confinamento e delle difficoltà derivanti dalla convivenza forzata con i maltrattanti, si trovavano costrette ad affrontare situazioni difficili che le spingevano a chiedere aiuto nei momenti in cui il pericolo si concretizzava.
In questa condizione, alcuni aspetti strutturali del fenomeno come l'attuazione di una strategia di controllo, sia a livello sociale che individuale, attuati dal maltrattante allo scopo di isolare la vittima dalle risorse di contesto esterno come per esempio la famiglia di origine e gli amici, si sono inaspriti a causa dalle condizioni esterne alle quali l'intera popolazione è stata sottoposta in quel periodo. Rispetto al nostro territorio, si è registrato il tracollo di situazioni già conosciute ai servizi, dove fino a quel momento, la convivenza si basava su precari equilibri familiari che, sotto il peso delle restrizioni, sono precipitati.
Gli effetti del lockdown e la quarantena, necessari per ridurre la diffusione della pandemia, hanno contribuito notevolmente ad isolare le donne ed hanno creato seri ostacoli all'attivazione di reti di supporto alle utenti da parte dei centri».
La vostra mission è sostenere le donne e i bambini che sono oggetto di maltrattamento, ma sono previsti anche percorsi di aiuto per le coppie che sono in difficoltà? Un’attività di sostegno/ascolto non può evitare alcuni fenomeni di violenza?
Questo tipo di intervento non è contemplato all'interno dei nostri servizi. Con la presa in carico della donna vittima di violenza e maltrattamenti in famiglia, il centro focalizza il proprio intervento a favore di donne sole e/o con figli minori e/o adulti, che subiscono maltrattamenti e violenze, siano esse di tipo fisico, psicologico, sessuale, economico, stalking, nel massimo rispetto della loro cultura, etnia e religione cercando di sviluppare e restituire loro sicurezza, una maggiore autonomia, senso di dignità e autostima. Le attività svolte mirano inoltre a sviluppare una forte solidarietà tra donne contro la violenza di ogni tipo, e non prevedono alcun tipo di intervento e/o interazione con la figura del maltrattante. Questo tipo di approccio è chiaramente indicato dalla normativa che regolamenta l'attività dei centri ed in particolare dall'Intesa Governo Regioni del 27 novembre 2014».
Sono state fatte tante campagne di sensibilizzazione, ma nonostante questo si perpetuano violenze e femminicidi. Cosa manca secondo lei? Quali interventi legislativi occorrono?
«Oltre all'attività specifica del Centro Antiviolenza, l'Associazione da un decennio è impegnata a realizzare campagne informative a favore della popolazione, corsi di formazione ed iniziative nelle scuole del territorio di ogni ordine e grado, sempre sul tema della violenza domestica con modalità e linguaggi diversi secondo le esigenze e l’età degli studenti. La conoscenza acquisita in quasi un ventennio di attività e gli studi accademici riconoscono come il fenomeno della violenza di genere sia sempre se non solo un problema culturale, fortemente strutturato e radicato nella maggior parte delle culture contemporanee. Pertanto, la nostra esperienza ci porta ad affermare che lo strumento più efficace per lo sradicamento di questo fenomeno sia la diffusione di una cultura basata sull'uguaglianza tra uomini e donne che presuppone necessariamente l'eliminazione di stereotipi e barriere sociali che impediscono la partecipazione delle donne alla vita sociale ed economica, garantendo pari diritti ed opportunità in un clima di armoniosa collaborazione e solidarietà sociale. Nel frattempo è necessario garantire la giusta protezione giudiziaria alle vittime di reati di questo tipo. Su questo versante ci sono buone norme e l'esperienza acquisita ci porta a dire che, quando la formazione degli operatori è capillare (come prevede il Codice Rosso) ed il lavoro in rete tra avvocati, magistrati e forze di polizia è strutturato, i risultati positivi non tardano ad arrivare».
Quali sono le vostre iniziative future previste per Legnano?
«Covid permettendo, faremo iniziative sul territorio e nei vari comuni della rete. Inoltre, abbiamo in programma una grande lotteria per raccogliere fondi, in quanto la nostra associazione essendo di puro volontariato non ha entrate e si deve autogestire».