Politica - 14 giugno 2021, 15:18

Risvegliamo Busto: su Accam un piano in quattro mosse

Il gruppo civico ha diramato un documento che riassume le sue posizioni sulla futura Newco. Le richieste toccano, fra l’altro, l’obiettivo dell’economia cricolare, le quote azionarie, la trasparenza, puntuali verifiche sull’economicità della gestione

Articolata posizione di "Risvegliamo Busto" su Accam e sulla futura Newco

Il gruppo civico “Risvegliamo Busto”si fa vivo, attraverso un comunicato, per parlare della Newco che dovrà gestire l’impianto Accam. Il testo esprime una posizione articolata in quattro punti principali, messi a disposizione dei «…consiglieri di maggioranza” in vista del Consiglio comunale in programma il 22 giugno.

Si comincia con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Orizzonte apparentemente amplissimo. Il piano d’avvio della Newco, sottolineano però dal gruppo, non sembra tenere conto di tali obiettivi: andrebbero raggiunti entro il 2030 mentre nel «piano industriale prospettato c’è un generico riferimento all’avvio dell’economia circolare entro il 2032». Una situazione che minerebbe la credibilità del progetto.

Seconda considerazione sulla costituzione della società e sulla sua composizione. «Attualmente – si legge nel comunicato - il Comune di Busto Arsizio, attraverso Agesp, è il primo azionista di Accam. Nella futura composizione risulterebbe avere una quota pari al 33 per cento del capitale sociale, mentre il 67 sarà di dei due restanti soci. Alla luce della documentazione esaminata, non risulta alcun diritto di voto speciale o un cosiddetto golden power riservato ad Agesp. Circostanza, questa, che potrebbe portare in una posizione di minoranza, nonostante l’ubicazione dell’inceneritore sul suolo cittadino».

Ancora, il Gruppo si interroga sulla governance della società. Per esempio chiedendo garanzie su affidamento di incarichi diretti, procurement, gestione dei flussi finanziari, salute e sicurezza sul lavoro, rispetto della normativa ambientale, indipendenza di almeno un componente del Cda (che non abbia mai rivestito incarichi politici nei cinque anni precedenti la nomina , o  consulenziali per le società socie), un modello di gestione dualistico con l’istituzione di un Consiglio di Gestione e di un Consiglio di Sorveglianza.

Il testo si chiude con la richiesta di periodiche verifiche sull’economicità della gestione e, in prospettiva di continuità industriale, la definizione di «un piano che possa portare a decidere con congruo anticipo rispetto al 2032 l’opportunità di proseguire l’attività (definendo un piano d’investimenti per ammodernamento e aggiornamento degli impianti)» o, in caso di sua cessazione «la pianificazione e l’accantonamento dei fondi necessari alla bonifica dell’area».

Redazione