Sport - 19 maggio 2021, 17:13

Piscine al coperto chiuse fino al primo luglio: delusione alla Bustese

Gli istruttori segnalano incongruenze e sperano (poco) in un ripensamento

Le vasche di viale Gabardi sembrano destinate a rimanere desolatamente deserte fino al primo luglio

Hanno ancora l’amaro in bocca gli istruttori della Piscina Bustese Nuoto dopo avere appreso i contenuti dell’ultimo decreto governativo sul destino che attende le strutture sportive nell’immediato futuro. Ripartiranno a breve le palestre così come gli impianti natatori all’aperto. Loro invece, che lavorano al coperto, non potranno riaprire. E la data che si indica più spesso per la ripartenza non è esattamente dietro l’angolo: primo luglio.

Una situazione per certi aspetti paradossale, tanto da spingere lo staff, nei giorni scorsi, a esporre uno striscione (vedi foto in fondo) con un accorato appello: “Salviamo le piscine!”. È come se fossero scesi in acqua per una gara e, arrivati quasi alla fine, sul punto di “toccare”, la distanza da percorrere venisse improvvisamente prolungata di diverse vasche. «Siamo scomparsi» lamentano.

In realtà gli atleti professionisti hanno subito manifestato solidarietà a quanti si trovano a fare i conti con situazioni simili a quella vissuta alla Bustese. E le parole di Marco Contardi, presidente dell'associazione delle imprese dello sport di Confcommercio Milano, sono riecheggiate su diversi organi di stampa: «Il settore sta subendo le difficoltà più grosse e aprire il primo luglio significa accanirsi su un comparto che lo non merita. Tutti hanno detto che il virus all'interno della piscina non esiste, il problema semmai è degli spogliatoi. Lo stesso delle piscine scoperte, non c'è una logica in queste decisioni».

Parole condivise a Busto: «In effetti non si capisce dove stia la differenza. Oltretutto, in passato abbiamo gestito le presenze in modo estremamente rigoroso, a costo di risultare un po’ antipatici ma nella consapevolezza che tutto doveva essere fatto al meglio. Le autorità competenti non hanno mai rilevato problemi».

Alternative? Contromosse? «Potremmo organizzare solo attività all’asciutto» sorridono amaramente gli istruttori pensando anche alla tradizionale organizzazione di campus estivi, una risorsa per le famiglie: «Vanno organizzati per tempo, non si può improvvisare. E poi c’è da pensare a tutti i problemi legati alla manutenzione e al funzionamento degli impianti, a tutti i lavoratori che, oltre a noi, fanno parte del cosiddetto indotto». La quindicina di istruttori che gravita stabilmente ed esclusivamente intorno alla piscina (ma anche i colleghi che con meno continuità garantiscono apprezzati corsi) sono costretti a stare alla finestra. Qualcosa potrebbe cambiare ma le voci su un possibile anticipo della riapertura per ora non trovano conferme. Loro, forse poco, ci sperano.  

Stefano Tosi