Felicità è uscire dall'asilo e trovare il nonno che dice: da oggi ti porto a giocare a calcio. Molti anni dopo, avere sempre quel sorriso e amare ciò che si fa.
Così si è raccontato Beppe Le Noci, protagonista di Stadio Aperto giovedì sera: «Ho sempre giocato a calcio, la prima volta che sono stato in una società avevo cinque anni». Vediamo con lui il nonno che lo conduce a tirare i suoi primi calci ufficiali. Ma tutta la famiglia, che lo sostiene, prima di tutto, con i valori che gli affida.
A Stadio Aperto Beppe-Gol con la sua saggezza e la sua umiltà, lui che è un riferimento per i giovani, ma non lo fa pesare. Per lui e i ragazzi, amareggiati per la fine dei playoff: «La tristezza c'è dopo un anno di sacrifici, si ha la sensazione che è finita la stagione, siamo un gruppo sano e affiatato e la speranza era andare più avanti possibile, anche per dare un sogno ai tifosi, alla società, a noi stessi».
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La consapevolezza dell'importanza di andare avanti è bilanciata tra i tifosi dal successo indiscusso, quello di mostrarsi per ciò che si è: una Pro sana, con dei valori. Per dirla con Marco Grecchi, «smaltita l'ovvia delusione siate fieri per i progressi, nei più giovani, e nei più "attempati" per gli esempi e i consigli regalati a piene mani».
Beppe è un ragazzo di Como, 39 anni, alcuni trascorsi anche con la maglia della propria città. Con una lealtà così forte dove viene chiamato a giocare, ecco che i tifosi tutti lo applaudono, anche anni dopo, e questo emoziona.
A proposito ecco che proprio da Como a sorpresa compare l'amico Vincenzo, che l'ha battuto - sorride - al Fantacalcio e riconosce il valore dell'uomo, oltre che del giocatore.
Lo spirito è sempre quello del sorriso: fare ciò che si sente dentro.
E poi che gioia incontrare i tifosi, come si può, anche oltre la pandemia pur non potendolo fare fisicamente. Come Lorenzo Pisani, con la moglie Pamela, he conserva una maglia firmata da Beppe come dono inestimabile.
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Ancora, scorre la riconoscenza dei ragazzi delle Cuffie colorate e di Danielino: «Loro ci insegnano tantissimo, anche a sorridere al massimo. Danielino è un grande».
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Con una confessione: il pubblico della Pro è troppo speciale, capace di sognare il meglio per i suoi "figli", piuttosto che un un risultato sul campo di calcio. Non ne esiste, uno così.
Accade, perché i tigrotti dimostrano che a quel risultato tengono moltissimo. Insomma, Beppe Le Noci porterà tutti i messaggi del pubblico biancoblù ai suoi compagni, al mister, alla presidentessa, al direttore; intanto sa di avere conquistato un posto unico nel suo cuore.
Ma il futuro di Beppe? C'è chi sogna di vederlo allenatore dei giovani, tutti comunque lo vogliono ancora con la maglia biancoblù in campo perché ha tanto da dare. Lui commenta così: «Io ho trasmesso me stesso, ciò che ho fatto con loro l'ho fatto con il cuore. Il mister ha detto che sono il tigrotto che è cresciuto di più? Mi fa piacere».
I tifosi sognano un altro anno con tigrotti così. Ma dove si vede Le Noci? «Non lo so, io sono a disposizione della società, mi sento bene fisicamente, sto bene e mi diverto».
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