Si sono riunite questa sera le società sportive del Palaghiaccio e nel parcheggio di via Albani, sotto la pioggia, hanno discusso della proposta presentata in commissione lunedì sera, e che un privato dovrebbe realizzare, di posare una pista del ghiaccio di 40x20 nell’antistadio (leggi QUI).
Seppur con pareri divergenti, perché per alcune società la pista piccola sarebbe anche utile a portare avanti una serie di attività come i corsi di avviamento, resteranno unite per far si che anche i più penalizzati, ovvero gli atleti che dovranno continuare a cercare piste più grandi negli impianti della regione, possano trovare una soluzione.
«Consapevoli del fatto che una pista 60x30 è lontana dalla realizzazione – spiega Matteo Cesarini, presidente dei Killer Bees e portavoce delle società sportive – Chiederemo un nuovo incontro al sindaco per capire cosa ne deriverà dalla posa della pista nell’antistadio». Le associazioni vogliono prima di tutto sapere se questa proposta si concretizzerà o se è l’ennesimo annuncio che poi potrebbe finire in un nulla di fatto. E soprattutto con che tempistiche, in modo da poter iniziare a programmare la prossima stagione sportiva.
E poi c’è tutto il capitolo sostegni che deve ancora essere chiarito. Dalla proposta del sindaco di stanziare dei fondi, per aiutare le società ad affrontare le spese di trasferta in altri impianti, sono passati sette mesi e quasi due da quello dell’istituzione di una borsa di studio a favore degli atleti. «Suona come un’altra proposta senza fondamento, per cui andremo a proporre qualcosa di concreto: ovvero un bonus di ore gratuite da sfruttare con l’apertura dell’impianto riqualificato».
Perché anche questa resta un’incognita per le società sportive. «Non sappiamo ancora chi gestirà l’impianto nuovo e che tariffe applicherà per l’affitto ore ghiaccio». Insomma, da che il Palaghiaccio è stato la casa delle società varesine per decine di anni, ora sarà come entrare in luogo sconosciuto. «Vorremmo anche che ci fosse concesso di vedere il progetto del nuovo impianto, per capire se avremo come sempre degli spazi interni a nostra disposizione e se la struttura sarà in grado di far fronte alle necessità degli atleti disabili che la utilizzeranno e quindi priva di barriere architettoniche».