È un 25 Aprile ritrovato a Busto, vissuto più a fondo compatibilmente con le restrizioni. Ma la città che ha dato l'annuncio della Liberazione a tutto il Paese via radio nel 1945, non poteva oggi non guardare al passato per costruire anche il futuro dopo questo anno difficile.
Di qui le cerimonia, seguite dalla cittadinanza pur nel rispetto delle regole. E i discorsi, molto intensi, al tempio civico. La tentazione di paragonare ciò che accade oggi a ieri c'è, è comprensibile ma va respinta.
Il sindaco Emanuele Antonelli anzi ha detto: «È inutile fare questo paragone. Perché oggi per cosa si può prendere questo virus, per un aperitivo? Con tutte le precauzioni ci si può salvare. Allora no, si combatteva e per la libertà». Concetti ribaditi dal presidente dell'Anpi Liberto Losa che ha voluto anche ricordare il ruolo decisivo, riconosciuto, di Busto e due persone in particolare, tra tutte: «Giannina Tosi e Gian Battista Roggia. La Resistenza è stata importante perché è stata lotta di popolo, tutti uniti, operai e industriali, nella nostra città senza divisioni di carattere sociale o ideologico. Un popolo che voleva cominciare a contare, a partire dalle donne».
Forte anche il richiamo di monsignor Severino Pagani: «Vorrei raccogliere da questo momento un invito, quasi un anelito pedagogico per il futuro. Che cosa possiamo imparare oggi?». E ha invitato a riflettere sulla libertà e sulla democrazia, partendo da una comunicazione che non sia divisiva e volgare.
Il presidente del consiglio comunale Valerio Mariani ha ribadito come la storia della Liberazione sia nelle vie di Busto e le nuove generazioni siano più attente di quelle di mezzo. Si è ricordato che quest'anno cade il decimo anniversario della scomparsa di Angioletto Castiglioni, ex deportato e grande testimone della Memoria tra i giovani.
TUTTI I DISCORSI
IL DISCORSO DEL SINDACO
IL DISCORSO DEL PREVOSTO
IL DISCORSO DI LOSA
IL DISCORSO DEL PRESIDENTE MARIANI
LA CERIMONIA AL MONUMENTO AI CADUTI