Finalmente in classe, anche a Lonate Pozzolo. Perlomeno per quanto riguarda bambini e ragazzi, circa 800, fino alla prima media. Si parte oggi 8 aprile. L’attesa è palpabile, da parte del personale, degli studenti, dei genitori, accomunati dal comprensibile desiderio di un ritorno alla normalità, didattica e relazionale. La sensazione, in effetti, è che la voglia di lasciarsi alle spalle la didattica a distanza e di frequentare le aule in presenza prevalga nettamente sui timori legati alla pandemia.
«Siamo fiduciosi nelle direttive – commenta l’assessore all’Istruzione, Giancarlo Simontacchi – e convinti che le regole saranno rispettate. Le precauzioni funzionavano già prima, si tratta di tornare ad applicare misure note. Inoltre non partiamo subito a pieno regime, con le seconde e le terze delle secondarie di primo grado che continuano la Dad. Comprendo la fatica delle famiglie e sono consapevole che questa scelta è stata oggetto di critiche, anche fondate. Però, a cercare un lato positivo, può risultare utile per una ripresa più graduale, con l’augurio che presto tutti gli studenti possano tornare nelle aule».
E le preoccupazioni per eventuali contagi nelle classi? «Ci sono – ammette Simontacchi – tanto più in un Comune come il nostro dove si sono registrati quasi 800 casi. Però bisogna anche aggiungere che si sono risolti quasi tutti positivamente, i decessi ammontano a poche unità. Rispettare le regole sarà fondamentale».
Principio condiviso anche da chi, con bambini e ragazzi, lavora. E ne intuisce l’entusiasmo. «I bambini – ricorda, per esempio, Paola Mocchetti, coordinatrice della scuola per l’infanzia Bambino Gesù – erano delusi dalla chiusura. Non capivano come mai, nonostante avessero fatto esattamente quello veniva loro chiesto, non potessero più venire all’asilo. E anche per noi adulti la chiusura è stata una beffa».
In effetti, al Bambino Gesù le cose sono andate bene: 53 iscritti, nove persone in servizio, un solo contagio, peraltro avvenuto tra le mura domestiche, non fra quelle della scuola. «Eravamo stati attentissimi – conclude – tra allestimento e composizione delle “bolle”, gestione delle presenze e dei contatti, nuove modalità per accogliere i genitori. Nonostante questo abbiamo dovuto vedere i bambini andarsene, qualcuno fra le lacrime». Ora, però, i bambini tornano. Coi loro sorrisi.