Storie - 02 aprile 2021, 12:12

LA STORIA. Un bimbo positivo di Carnago con la mamma ricoverata per Covid accudito da una famiglia contagiata del paese

Una vicenda dove a vincere è l'amore con la A maiuscola quella che arriva dal piccolo paese dove una famiglia positiva al Covid e già provata da un lutto ha accolto il piccolo col Coronavirus. La sindaca Carabelli: «Gli angeli esistono, basta saperli ascoltare»

La pandemia di Coronavirus ci ha abituati a leggere e a raccontare storie di lutti, di sofferenze, di disperazione, ma anche a vicende di grande generosità, altruismo, in una parola di amore.

Ed è proprio una storia d'amore, unica e irripetibile probabilmente, quella che arriva da Carnago e raccontata dalla sindaca del paese Barbara Carabelli come messaggio di auguri di Pasqua ai suoi concittadini. Quella frase ripetuta tante volte l'anno scorso "andrà tutto bene", in questa occasione calza a pennello sulla conclusione della storia dove la luce della generosità e dell'amore ha avuto la meglio sul buio della malattia. 

«Come Comune - racconta la sindaca - abbiamo dovuto "gestire" una particolare emergenza, primo caso in provincia di Varese. La storia ha riguardato un bambino di 5 anni positivo al Covid-19, che è rimasto accanto alla mamma positiva ricoverata in reparto Covid e in non buone condizioni di salute; in quel particolare momento e frangente nessuno poteva accudire il bambino. E' risultato immediatamente prioritario e tassativo attivarsi per trovare una soluzione per l’accoglienza di questo minore, ma la sua positività era un problema. Non era stato previsto e minimante considerato un'eventualità simile, non c’erano strutture disponibili che potessero accogliere il bambino positivo».

La sindaca e l'amministrazione comunale si mettono alla ricerca di una soluzione, sentendo la Procura dei minori e grazie anche al gruppo dei servizi sociali del Comune e all'ospedale di Circolo, la macchina della solidarietà carnaghese si mette in moto. «Quell'amore con la A maiuscola - prosegue Caraballi - è emersa la volontà di trovare a tutti costi e in tempi ristretti una soluzione alternativa alla separazione del bambino dalla mamma, oltretutto obbligatoria e immediata nel momento in cui la mamma fosse peggiorata con il trasferimento del bimbo all’ospedale del Ponte e di un'assistenza h 24 con una figura estranea. La mamma debole e disperata, ma fiduciosa nel nostro operato e degli operatori sanitari ci affida il suo piccolo».

Una responsabilità da far tremare i polsi, dove sconforto, speranza, desolazione e ancora speranza si alternano, ma il lieto fine è dietro l'angolo grazie a una famiglia del paese. «Dopo pochissime telefonate - prosegue la sindaca - una famiglia speciale, anch’essa in quel preciso momento positiva al Covid, che contemporaneamente stava vivendo un dramma nel dramma, legato alla pandemia, avendo anche appena subito un lutto e senza alcun dubbio ci ha risposto “il bambino può stare con noi". La gioia della mamma, come quella del reparto, e la nostra, è immensa, non si contiene, i brividi, le lacrime non si trattengono, ce l'abbiamo fatta». C'è poi un altro elemento che rende la storia ancora più speciale. «Per casualità, bimbo e famiglia ospitante già si conoscono - racconta la prima cittadina - è impressa nella memoria l’immagine del bimbo che, scendendo dall’ambulanza, corre incontro e abbraccia chi lo avrebbe ospitato nei giorni successivi ed il sospiro di sollievo degli operatori sanitari che si erano presi cura del piccolo in reparto».

«Gli angeli, che esistono, basta saperli ascoltare - conclude la sindaca - ci hanno offerto, pur nella sofferenza del momento, la loro disponibilità ad accogliere il bimbo, insieme hanno condiviso la loro positività, la mamma, nel frattempo ha recuperato ed è stata dimessa» conclude Carabelli. Un augurio di Pasqua che più bello non potrebbe essere. 

M. Fon.