«La migrazione economica deve essere controllata e gestita dai governi democraticamente eletti». Inizia così l'intervento dell'onorevole Matteo Bianchi alla seduta plenaria del Comitato europeo delle regioni, a cui ha partecipato anche Ylva Johansson, commissaria europea per gli Affari interni.
«Se queste condizioni di base non saranno soddisfatte, la frustrazione nelle nostre comunità crescerà e la radicalizzazione aumenterà. Credo che dobbiamo cercare migranti economici altamente qualificati e desiderosi di entrare a far parte della nostra società. Ci apettiamo che coloro che migrano verso l'Europa siano in grado di far fronte alla nostra carenza di talenti e adottare il nostro stile di vita occidentale».
«L'integrazione è una strada a due corsie: gli immigrati hanno accesso al mercato del lavoro e ai sistemi sanitari e di istruzione, ma in cambio devono accettare le nostre tradizioni, imparare la nostra lingua e contribuire all'economia pagando le tasse».
Bianchi ha portato poi l'esempio di città in cui l'integrazione è fallita, «come Bruxelles, che diventano luoghi di riproduzione per il terrorismo». E l'esempio di città in cui l'integrazione è avveuta con successo, «come in Polonia dove milioni di lavoratori ucraini e bielorussi hanno avuto un'integrazione armoniosa nel mercato del lavoro».
Un pensiero lo ha dedicato anche agli italiani in Venezuela, che faticano a fare ritorno a casa. «Non dobbiamo aver paura di confrontarci con le statistiche - ha aggiunto sul finale dell'intervento - Il contributo fiscale netto della popolazione proveniente dall'Unione Europea è positivo. Mentre quello dei migranti di paesi terzi è negativo. Desideriamo quindi attrarre persone che abbiano intenzione di integrarsi e in misura sufficiente».