Busto Arsizio - 17 marzo 2021, 17:43

Rigenerazione urbana ex Borri, per Busto al Centro «un'idea curiosa»

«Uno strano modo di procedere, per questa maggioranza oramai evidentemente sfrangiata e al capolinea». La nota di Bac si rifà alla presentazione dei bandi per la “Rigenerazione urbana” ed in particolare al progetto che coinvolge l'ex calzaturificio Borri

«La recente presentazione della partecipazione al bando statale per la “Rigenerazione urbana” ci ha colti di sorpresa e come noi ha colto di sorpresa persino la Lega, il partito del quale fanno parte i due assessori maggiormente coinvolti. Uno strano modo di procedere, per questa maggioranza oramai evidentemente sfrangiata e al capolinea». Esordisce così il comunicato di Busto al Centro, che si rifà alla presentazione dei bandi per la “Rigenerazione urbana” ed in particolare al progetto che coinvolge l'ex calzaturificio Borri.

«Ci sia concessa una osservazione di base. Si è voluto applicare un bando, seppur interessantissimo e ricco, ad un’area centrale della città per la quale non era confacente. Pensare, ad esempio, di insediare su un’area pregiata come quella del “Borri” una rilevante quota di edilizia sociale commista ad altre funzioni di elevato livello culturale, ci pare un’idea a dir poco curiosa e che mai sarebbe stata pensata se non fosse stato il bando stesso ad esigerla».

Per l'ex Borri è stata pensata una destinazione “musicale”, un centro per la musica e le arti performative con anche un auditorium da 300 posti. Nel progetto anche una parte residenziale, tra housing sociale e abitazioni temporanee. Ed è a questo aspetto che si lega la nota di Bac.

«Se la presenza dell’edilizia sociale, con tutto il rispetto, era imprescindibile nel bando non si può che concludere che lo stesso poteva essere appetibile per altre zone della città bisognose di “rigenerazione” ma non per il Borri. La cattura di fondi “a prescindere” non sempre ha senso, anzi in questo caso non ne ha proprio e apre la strada ad un’altra osservazione: quella relativa alla presenza di un auditorium e alle funzioni connesse, cosa che ci pare un ripiego per mancanza di altre migliori idee o la carenza di una riflessione complessiva. Comunque una mancanza di partecipazione senza la quale qualsiasi idea nasce già zoppa.

Oggi Busto ha prioritariamente bisogno di recuperare forza nel suo asset naturale , per il quale può vantare storia e tradizione: l’economia e il lavoro. E allora l’area dove ha prosperato il Calzaturificio Borri, rappresentando un riferimento nazionale in termini di automazione e un riferimento mondiale in termini di metodologie di lavoro, riteniamo debba essere anche emblematicamente la giusta sede dove storia e cultura industriale ridiano forza a un nuovo sviluppo e a nuove sfide».

Busto al Centro porta a supporto di questa sua tesi «la presenza in città di almeno due realtà di livello nazionale nel campo delle reti e delle tecnologie telematiche e la presenza di un congruente già avviato istituto tecnico superiore». Tutto ciò, prosegue Bac, «avrebbe dovuto suggerire una forte attenzione ad una situazione in grande sviluppo e in grado di partecipare attivamente alla difficoltosa transizione economica della nostra città, oltre che aprire un importante varco professionale per i nostri giovani, all’uscita dei nostri più che pregevoli istituti superiori».

Poi, un’ultima osservazione di tipo generale. «Nutriamo tutto il rispetto per l’egregio lavoro svolto dal Politecnico milanese, che dati i tempi e le circostanze è stato sicuramente un abile “confezionatore” di un bando avendo, come dichiarato dai tecnici stessi, l’impegno di raggiungere il più alto punteggio indipendentemente dalla qualità dei contenuti. Detto ciò, riteniamo che da troppo tempo questa amministrazione non coinvolga le risorse professionali locali, in grado sicuramente di mettere, in situazioni di questa portata, oltre che la loro certa capacità anche il portato della storia e delle esigenze della nostra città».

Redazione