Accam day. Oggi, 19 febbraio, si svolgerà l'assemblea dei soci Accam che definirà, forse in maniera definitiva, il percorso futuro del sito di Borsano. Nello stesso giorno, i Verdi Busto Arsizio scrivono una nota dove sottolineano quali dovrebbero essere gli «obiettivi primari» di una pubblica amministrazione «per ridurre drasticamente ogni fonte di inquinamento atmosferico, che sono anche causa dei gravissimi cambiamenti climatici, sia su scala globale ma anche regionale, come ben conoscono i frequentatori delle nostre splendide montagne, sempre più verdi d’inverno e gialle in estate».
Poi l'attenzione, inevitabilmente, si concentra sull'inceneritore consortile di Accam, con una ricostruzione della sua storia, anche a livello giudiziario, si afferma che si vogliono confondere le idee ai cittadini e intanto peggiorano i servizi. Piovono dure accuse (pubblicate anche su un post di Facebook) su quelle che vengono definite le manovre della partitocrazia e sulla «macchina delle consulenze e degli appalti».
I Verdi affermano: «Dal punto di vista economico gli inceneritori rappresentano un vantaggio solo per chi li costruisce e gestisce, non per i cittadini che possono solo limitarsi a pagarne le conseguenze ambientali e sanitarie. Solo con questi stratagemmi questo ex-termovalorizzatore di Borsano potrebbe continuare».
I Verdi di Busto Arsizio, che si definiscono «gente dell’ambientalismo e per il benessere condiviso», invocano (e non è certo la prima volta, nda) la chiusura concordata dell'inceneritore. «Chiediamo – prosegue la nota - che la cittadinanza dei territori interessati sia consapevole delle resistenze opposte al progresso ambientale ed economico innescato dalla transizione ecologica, quella che i Verdi praticano da decenni. Crediamo nella democrazia e nella trasparenza». E dopo nuove accuse pesanti, si conclude: «Basta coi fuochi disordinati: troviamo la strada di consumare meno e meglio le scarse risorse disponibili».