Ieri... oggi, è già domani - 13 febbraio 2021, 08:38

..... ma l'àa o .....sa ghè....

Il titolo del pezzo, sembra scritto in lingua giapponese. Invece è Bustocco puro ed ha un significato nettamente "contrastante"

Il titolo del pezzo, sembra scritto in lingua giapponese. Invece è Bustocco puro ed ha un significato nettamente "contrastante". Giusepèn è davvero uno ....psicologo. Coglie al volo anche le sfumature delle espressioni. Quando ci si vede e dice "ma l'àa o" (come va) è per buona creanza, educazione. O, some si dice oggi....bon ton. Quando invece si comincia con un "sa ghè" si vuol significare "cosa c'è", o "qualcosa non va" senza il bisogno di metterci il punto interrogativo.

Serve a poco rispondere "naguta" (niente). Tanto, Giusepèn indaga nell'espressione facciale e sa che qualcosa non va. "Alua?" (quindi?, allora?) ....qui si che ci mette il punto interrogativo ed è una specie di aut-aut che si può tradurre in un'espressione poco elegante che vuol dire "sputa il rospo".

Devo deglutire prima di "aprirmi" con Giusepèn, attento a non fornire risposte "di comodo". "Sa da non" (altrimenti) "ma 'nrabissu"" (mi arrabbio). Giusepèn, tuttavia, mi anticipa anche le risposte. Il suo sguardo mi penetra nel cuore, come una lama di pugnale, nel burro. "Ti a te pensi al to giurnàl". Mi viene un nodo alla gola. "quarant'an a sumenà veità....mo, a pensaghi sua" (quarant'anni a seminare verità, adesso, a pensarci sopra). "Sta saiu, pensaghi non. L'e ùa da tià'a pressa i forzi e a essi cuntentu da chèl cha te sumenò ....mo 'l giurnàl 'è in di bon man e chèl ca te sugnò, al va 'nanzi". (resta tranquillo, sereno, non pensarci troppo. E' tempo di tenersi le forze -star bene in salute- e ad essere contento di quanto hai seminato... adesso, il giornale è in buone mani e quanto hai sognato va avanti, continua".

Nel cervello e nel cuore c'è uno sciabordio di emozioni e di sensazioni che mi procurano un nodo in gola. Annuisco senza parlare. Giusepèn intuisce e capisce. Mi gratifica con un sorriso. "Te se ti ca te me dì dul fanciulèn, cal cumanda e al vegn dentar in cà tua senza dì permessu". Espressione filosofica, stavolta; utilizzata da questo grand'uomo, immenso nella sua saggezza. Dice "sei tu che (tempo fa) mi hai parlato del fanciullino, che comanda e viene in casa tua senza domandare il permesso".

Annuisco un'altra volta. "cascia via 'l magòn e guarda in drè pàa'n da 'nanzi .... i libàr, i egenti sul fb e i fieu dàa 'nda a truà a scoea....ghan bisogn da ti" (caccia via la malinconia e guarda indietro per andare avanti ....i libri, le persone in fb e i ragazzi da andare a trovare a scuola....hanno bisogno di te). E sorride, Giusepèn coi suoi occhietti furbi, le rughe che gli solcano il viso, con delicatezza espressiva da farlo somigliare, contemporaneamente, a un bimbo innocente e a un saggio del tempio, con la barba bianca ed i capelli, pure bianchi, fluenti e delicati come quando osservi il ritratto di .... Leonardo da Vinci.

Quando mi abbraccia, Giusepèn è come ricevere un regalo inaspettato, una coperta che ripara dal gelo, un paio di scarpe con la suola dura, prima di attraversare un campo chiodato, il salvagente in mezzo al mare, una lampada nella notte, il viottolo di campagna, prima di attraversare il bosco, un tozzo di pane, dopo un digiuno prolungato, un sorso d'acqua in pieno deserto....la manna!

Poi una frase a me tanto cara, in Bustocco, ma tutta in Dialetto Ligure, diventata poi il titolo dell'inno di Genova...."ma se ghe pensu" (ma se ci penso) ed è una riflessione a cuore aperto. Pensare è vedere il percorso compiuto, un "inventario" prima di un "bilancio"....un'introspezione ricca di emozioni e di tutto un po' ...fatiche, errori, aggiornamenti, rivincite, invidie, ripercussioni, paure, titubanze, e a volte ....bisogno di scoppiare, di cadute ....per risollevarsi subito, reazioni, gioie, soddisfazioni. Ho mai voluto ....giudicarmi. Spesso, non mi sono voluto bene. Trovavo da ridire....cercare il modo di migliorarmi, pensando a quel che diceva mia madre ...."lassà parlà i oltar" (lascia parlare gli altri) e si riferiva all'umiltà, alla modestia, alla realtà.

E specchiare lo sguardo nel Cielo e trovare tante risposte che pensavo svanite. E comprendere che questa rubrica non è nata a caso...."ieri....oggi è già domani". Ci sorridiamo senza profferir parola, Giusepèn ed io, ora ....col bicchierino alzato, con dentro il Nocino. "Avanti tutta" dice Giusepèn, in italiano...."a lassàl voei" dice per il buon auspicio. Che vuol dire "a lasciarlo vuoto" (il bicchiere) che vuol dire pure "finchè si beve con piacere, vuol dire che la vita continua a sorridere".

 

Gianluigi Marcora