Politica - 12 febbraio 2021, 15:52

Degrado via Como, Pinti (Lega): «Graffito MS13 da cancellare. Non sottovalutare rischio gang»

Il consigliere comunale della Lega chiede di intervenire con progetti di prevenzione e sperimentazioni educative mirate ai più giovani: «Queste organizzazioni esercitano un forte fascino identitario sull'immaginario dei ragazzi»

Nella mappa delle zone a maggior rischio degrado di Varese, via Como si è da tempo ritagliata una triste notorietà per via dei molti episodi di risse, tentati accoltellamenti e arresti per spaccio. «Ed è proprio nella medesima via, teatro di frequenti capannelli inquietanti, specie dopo l'orario di chiusura delle strutture educative e dei servizi che vi affacciano, che è recentemente comparsa una scritta che echeggia la famigerata gang latino americana MS13 “Mara Salvatrucha”» denuncia il consigliere comunale della Lega varesina, Marco Pinti

«Un episodio da non sottovalutare, non solo perché si tratta di organizzazioni molto pericolose e radicate in molti paesi come Guatemala, Honduras, El Salvador, ma soprattutto perchè tutti gli analisti sociali dei fenomeni migratori hanno da tempo messo in guarda le istituzioni sul forte fascino identitario che queste organizzazioni esercitano sull'immaginario dei giovani provenienti dal Sud America, specie se di seconda generazione».

E continua: «Purtroppo, la brutalità di questo genere di organizzazioni è testimoniata da molti gravi episodi del nostro recente passato, uno su tutti il caso del capotreno aggredito a colpi di machete, proprio da sei affiliati alla stessa “MS13”. Occorre non sottovalutare il rischio - spiega Pinti -  affinchè non si possano replicare nella nostra città le stesse dinamiche di violenza e criminalità che purtroppo hanno già messo radici nella vicina Milano come emerso a seguito dell'inchiesta sui Latin King. Nel corso di quell'indagine, la prima a far luce sul contesto delle gang, si è evidenziato con chiarezza come il codice della violenza da strada, la territorialità, unita alla ritualizzazione di adesioni e gerarchie interne, possano rappresentare un'allettante formula comunitaria per giovani sospesi tra due identità irrisolte, quella del paese d'origine e quella del paese di arrivo».

«In questi frangenti - conclude il consigliere leghista- non basta provvedere a cancellare al più presto la scritta che mi auguro sia opera di qualche ragazzino in vena di darsi delle arie, né affidarsi soltanto alla necessaria vigilanza delle forze dell'ordine, ma è fondamentale intervenire con progetti di prevenzione e sperimentazioni educative mirate, a cui dovrebbe pensare il Sindaco, o almeno l' Assessore alle politiche sociali oppure l'Assessore alle politiche giovanili, se mai iniziassero a frequentare le strade della città che pretendono di amministrare».

Redazione