Politica - 05 febbraio 2021, 16:41

Raccolta firme contro i messaggi fascisti, Clerici: «Il consigliere PD che l'ha proposta è da prendere a calci»

Il consigliere comunale di Varese Ideale commenta senza troppi giri di parole la proposta del collega Luca Paris: «Negozi chiudono, imprese falliscono, ragazzini si suicidano su TikTok e il problema per loro è il calendario del Duce in vendita nelle edicole»

Il consigliere del Partito Democratico Luca Paris ha ricordato ieri sera in consiglio comunale che fino al 20 marzo i cittadini possono firmare per sostenere il progetto di legge di iniziativa popolare "Norme contro la propaganda e la diffusione di messaggi inneggianti a fascismo e nazismo e la vendita e produzione di oggetti con simboli fascisti e nazisti". (leggi QUI

Un intervento che sul momento non ha generato polemiche, solo qualche ironia. Il consigliere di Varese Ideale, Stefano Clerici però non l'ha proprio digerito e su Facebook ha esternato tutte le sue perplessità. 

«Sarebbe stato bello se, anziché sotto forma di riunione carbonara, da remoto e senza pubblico, ieri fossero stati presenti esercenti, partite iva e tutti i tartassati dalla scellerata e irrazionale gestione del fenomeno covid, per poter prendere di persona, e non in streaming, a calci nel culo il consigliere del PD che ha speso i suoi 3 minuti di intervento per ricordare che presso l’ufficio anagrafe del Comune è possibile firmare il disegno di legge contro la vendita di gadget del Duce», ha scritto su Facebook.

E ha aggiunto: «La Nazione è tecnicamente fallita, i ristori non arrivano, solo a dicembre abbiamo perso 100mila posti di lavoro, c’è gente in cassa integrazione da un anno (finché dura), chiudono migliaia di aziende al giorno, nel centro storico di Varese ci sono più saracinesche abbassate che negozi aperti, i commercianti si indebitano per pagare le tasse, le partite iva si impiccano, i ragazzini depressi giocano a suicidarsi su TikTok, ma il problema per loro è il calendario del Duce in vendita nelle edicole. Non è uno scherzo, è il PD».

Valentina Fumagalli