L'ho mai sentito, Giusepèn, lamentarsi per la salute. Sono solito vederlo pimpante, dentro quel sorriso "furbo", con lo sguardo tagliente, falsamente arcigno, ma oggi gli scappa una frase che mi fa riflettere: "hin tutt...canelài" (sono tutte bastonate) e mi affretto a chiedergli subito: "che c'è?" senza utilizzare il Dialetto. Lui, Giusepèn cerca di minimizzare...."chest'an hin 95 e....'n cai dulurèn al vegn fòa e i ossi i scinchignàn" (quest'anno sono 95 -gli anni- e ....qualche doloretto emerge e le ossa ....cigolano). Gli faccio presente che sino a giugno prossimo, gli anni, restano 94 e che è naturale un doloretto ogni tanto.....non siamo macchine.
Giusepèn prende la palla al balzo...."sunt'andèi a fo'l tagliando" (sono andato a fare il tagliando) e si è subito adeguato, Giuseppino, al discorso macchine. "Fare il tagliando" per Giusepèn vuole dire .... sottoporsi a un ciclo di "soliti esami" per i maschietti, per vedere se tutto è a posto.
Subentra Maria "benedeta tusa" (benedetta ragazza) - per Giuseppino, Maria è sempre una "tusa" coi capelli grigi e il sorriso smagliante ereditato dal padre. Dice Maria...."a furia di urlare, quasi a litigare con lui che si rifiutava i controlli, che risponde seccato, che è un testardo e che io tengo alla sua salute". Ammicca, Giusepèn, a denti stretti; dapprincipio con le ciglia aggrottate, poi ... si raddolcisce un po' per poi sbottare...."sun sàn m'en curài...guarda lì" e mi mostra il referto.
"Certo" fa Maria, "ma il dottore ti aveva detto di fare un controllo prima di Natale e ora siamo alla fine di gennaio". Disarmante, Giusepèn che risponde pronto...."si, ma l'a di non a chèl Natòl" (si ma non ha detto, il medico, a quale Natale si riferisce. E ridacchia divertito, quasi a liquidare la questione "senza trol paòl" (senza troppe parole). Subentro io, anche per armonizzare il tutto "boia d'un òm, Maria la fà bèn a cùati ....l'u fa par ti, sacranòn" (boia d'un uomo, Maria fa bene a curarti... lo fa per te, sacripante). Poi quel che mi scappa, fa innervosire Giusepèn che mi "fulmina" con uno sguardo "crudele". Gli ho detto ...."te fe me i Pulitici ca gan sempàr rasòn e i fan ma ghan voia lui" (fai come i Politici che hanno sempre ragione e agiscono come a loro garba).
Giuseppino tronca il discorso con un giudizio inappellabile. Come a dire: basta così. Di Politica non voglio sentire parlare e io non sono un Politico; quindi "muchemala lì e 'n dem foò a ide i proesi" (smettiamola e usciamo a vedere le aiuole) che già presentano i segni del risveglio, anticipando la primavera che ancora "dorme", ma è attiva "anca se a fiucàa l'è stèi poca" (anche se la nevicata è stata poca, di breve durata).
Appena in giardino, Giusepèn ammonisce:"t'è se 'nrabi?" (ti sei arrabbiato?) e lo tranquillizzo subito. "a disu mò, là ....te ghe rasòn ti, Giusepèn, naguta da Politica in di nostar rasòn" (scherziamo, .hai ragione tu, Giuseppino, niente Politica nel nostro discorrere). Ed è ritornato il sereno negli occhi di questo "giovanotto" che presenta un "quadro clinico" di tutto riguardo. Per farlo ancora contento gli aggiungo "dòmi a rizetta par eghi i tò numar, Giusepèn" (forniscimi la ricetta per avere i tuoi numeri, Giuseppino - ovviamente per essere sano come lo è lui) e Giusepèn sbotta allegro: "lauà, mangiò pulidu e non tropu, 'ncai biceu da chel bòn, durmì pulidu ,,,,'na cai viciùa e alegria, par sta 'n pasi cun tuci" (lavorare, mangiare genuino e non esagerare, qualche bicchiere di quel buono, dormire bene, qualche ..... e allegria, per restare in pace con tutti).
Ho messo dei "puntini" invece della traduzione di "viciùa". La parola merita una spiegazione. La "viciùa" vuole dire tante cose ....sollazzo, piacere, divertimento, passione, gioia e qui, gli uomini del tempo di Giuseppino ci mettevano il "fare l'amore", divertirsi, stare in compagnia, una mangiata e una bevuta tutti assieme, e ovviamente quel che si fa con passione, ma che spudoratamente non si dice. Anche con "un biceu da chèl bòn" si sottintende "qualche bicchiere di vino" e....visto che ci siamo, stavolta sono io a dire "l'è ua dul Nocino....si o non?" (è ora del Nocino, si o no?).
La voce è quasi stentorea. "Mariaaaaa ....Maria" - (hu capì, pò ...a egnu a dre a màn) - ho capito, papà, arrivo subito. Ci salutiamo con la cordialità di sempre, sorridendoci cogli occhi scintillanti.