Valle Olona - 29 gennaio 2020, 17:30

“Costruiamo un ecosistema per fare la differenza nelle traiettorie di sviluppo”

Il progetto Smartland – La Lombardia del futuro (nato dalla collaborazione fra Regione Lombardia, Confindustria Lombardia, Fondazione Fiera Milano, UBI-Banca, Il Sole 24 ORE) ha preso il via per raccontare le formidabili capacità produttive dell’Alto Milanese e della Provincia di Varese

Come è arcinoto, ai piedi della Madonnina, che campeggia in cima alla guglia più alta del Duomo di Milano, non si sta mai con le mani in mano.

 

La voglia di fare e di produrre bene cose belle della Lombardia ha radici profonde e la sua capacità di rinnovarsi continuamente ha fatto in modo che la regione leader del Nord Italia (per numero di imprese, per capacità innovativa e proiezione verso i mercati esteri delle medesime) venga oggettivamente riconosciuta come il principale motore dello sviluppo dell’intera Italia.

 

Nel passato come nel presente (e pure nel futuro) i primati manifatturieri lombardi è necessario, oggi più di sempre, riaffermarli facendoli conoscere attraverso le testimonianze dirette di coloro i quali (gli imprenditori e i loro collaboratori) li hanno resi possibili.

 

Altrimenti, soprattutto in un periodo di grandi trasformazioni socio-economiche e di conseguenti incertezze esistenziali e comportamentali, il rischio è che il pessimismo della ragione offuschi e quasi nullifichi l’ottimismo della volontà.

 

Nulla di meglio, allora, che organizzare un percorso in 8 tappe all’interno della Lombardia per prevenire il rischio di cui sopra.

 

Le aree maggiormente industrializzate della regione racchiudono delle vere e proprie eccellenze produttive che è opportuno conoscere, anche e soprattutto per ravvivare la fiamma della fiducia e della sfida competitiva.

 

Il progetto Smartland – La Lombardia del futuro (nato dalla collaborazione fra Regione Lombardia, Confindustria Lombardia, Fondazione Fiera Milano, UBI-Banca, Il Sole 24 ORE) ha preso il via dalla LIUC-Università Cattaneo proprio per raccontare le formidabili capacità produttive dell’Alto Milanese e della Provincia di Varese.

 

Senza l’intelligenza saremmo solo una Regione”, è stato il filo conduttore dell’intera giornata di riflessione durante la quale, all’interno dell’aula magna Camillo Bussolati gremita da oltre 300 persone fra studenti, operatori economici, amministratori pubblici e privati, giornalisti, dopo i saluti di benvenuto dal parte del presidente dell’ateneo Riccardo Comerio, si sono succedute una serie impressionante di testimonianze imprenditoriali.

 

Le testimonianze degli imprenditori

 

“Ci troviamo sull’orlo di un baratro – ha esordito Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia – e solo se verrà ridata centralità all’impresa potremo salvarci. Il vero problema delle nostre industrie è un problema … italiano: senza la certezza del diritto viene meno la fiducia degli imprenditori e gli investimenti si bloccano, soprattutto quelli esteri. Le aziende, da sole, non possono più competere. Il governo centrale – ha aggiunto – continua a non capire e a non sentire i bisogni reali delle imprese. In Baviera le istituzioni pubbliche hanno messo a disposizione 50 miliardi di euro per la realizzazione dell’auto elettrica, in Italia le risorse messe sul tappeto sono pari a 50 milioni! Viviamo una fase storico-politica in cui c’è il forte bisogno di un racconto positivo dell’industria italiana che contrasti la cultura anti-industriale che permea la nostra società, a partire dai livelli più alti della politica e delle istituzioni”.

 

Il racconto positivo è stato quello fornito dai numerosi testimoni che, abilmente sollecitati dal giornalista de Il Sole 24 ORE Luca Orlando, si sono succeduti sul palcoscenico allestito nell’aula magna dell’ateneo di Castellanza: Barbara Colombo (a.d. della Ficep di Gazzada, costruzione macchine utensili, 560 dipendenti e un fatturato annuo di 150 milioni) ha parlato della produzione digitalizzata con i software intelligenti per la gestione di interi reparti produttivi nel comparto della carpenteria metallica e della rilevanza strategica degli investimenti in formazione; Rinaldo Ballerio (presidente di Elmec Informatica di Brunello, gestione e trasmissione dati, 700 addetti e 140 milioni di ricavi) ha sottolineato l’esigenza assoluta della propensione ad imparare da parte di tutti quelli che lavorano nelle aziende; Roberto Di Domenico (direttore dello stabilimento di Origgio della Sanofi, multinazionale farmaceutica) ha sottolineato l’enorme valore del capitale umano e la sua capacità di accettare e vincere le sfide più complesse; Paolo Giuseppetti (responsabile dell’innovazione alla Vodafone Automotive di Varese) si è soffermato sulla componentistica informatico-digitale che sta rivoluzionando l’intero settore auto; Fabio Liberali (direttore della comunicazione della LU-VE di Uboldo, prodotti per la refrigerazione e condizionamento dell’aria, oltre 420 milioni di fatturato, quotata in Borsa) ha rimarcato l’importanza della “materia grigia” e il grande valore rivestito dalla stretta collaborazione con le Università; Diego Rossetti (presidente Fratelli Rossetti di Parabiago, calzature di lusso, 330 dipendenti, 50 milioni di euro di fatturato) si è soffermato sulla rivoluzione digitale che sta cambiando il “modo di lavorare e l’organizzazione aziendale” e ha evidenziato l’enorme potenzialità dell’e-commerce; Riccardo Uleri (presidente e a.d. della Longino & Cardenal Spa di Pogliano Milanese, commercializzazione di cibi di qualità superiore per ristoranti extra-lusso) ha spiegato quanto sia importante anticipare le esigenze del particolarissimo mercato a cui la sua azienda si rivolge fornendo cibi di assoluta qualità ed unicità (tipo la trota oceanica della Tasmania); Lucio Valerio Cioffi (managing director di Leonardo – Divisione Velivoli, 29.000 addetti e un fatturato di di 8 miliardi di euro) ha illustrato il grande valore aggiunto delle cosiddette “competenze distintive” elogiando la rete di fornitori (4.000, di cui 1.400 in Lombardia) su cui può contare la sua azienda; Giovanni Berutti (managing director della SPM di Brissago Valtravaglia, oltre 200 addetti e un fatturato di circa 30 milioni, produzione di stemmi per auto e paletti snodabili per lo sci) ha parlato della capacità delle aziende, a cominciare ovviamente dalla sua, di diversificare la propria produzione; Giuseppe Cilia (presidente della Optec Spa di Parabiago, 30 dipendenti, 3 milioni di euro di fatturato, realizzazione di tecnologie uniche in campo ottico) ha sottolineato l’eccellenza della creatività made in Italy in grado di progettare e proporre le soluzioni più innovative (tipo i sistemi ottici per la visione attraverso la foschia, oppure quelli per analizzare le cellule tumorali, o i sensori ottici utilizzati dalla Nasa); Enrico Malfa (direttore ricerca e sviluppo di Tenova Spa) ha raccontato i processi operativi finalizzati a produrre acciaio pulito partendo dal rottame;  Alberto Candiani (a.d. della Candiani di Robecchetto con Induno, produzione di tessuto denim) ha focalizzato il proprio intervento sulla eco-compatibilità illustrando l’impegno aziendale sul fronte dei polimeri smart, ossia polimeri naturali biodegradabili e conseguente eliminazione delle micro-particelle di plastica; Antonello Ghignone (responsabile della divisione ricerca e sviluppo di Vibram Group di Albizzate) ha parlato di mescole particolari utilizzate nella produzione di suole ad alto tasso di sostenibilità, vale a dire senza componenti di petrolio, e della stretta collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche; Mauro Miele (ceo della Stamperia Olonia di Gorla Minore) ha precisato come, sin dall’inizio degli anni ’90 del secolo scorso, la sua azienda avesse imboccato decisamente la strada dell’eco-compatibilità e, soprattutto a partire dal 2000, quella del risparmio energetico con oltre 12 milioni di investimenti negli ultimi cinque anni (5 dei quali nel 2019 per la digitalizzazione produttiva).

 

L’obiettivo di Regione Lombardia

 

“L’obiettivo finale, dopo le 8 tappe di Smartland, – ha detto Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia – sarà un evento in cui troveranno sintesi le esperienze raccolte durante il ‘viaggio’ e, ne sono certo, riusciremo a mettere nero su bianco un piano strategico condiviso che guarderà ai prossimi 30 anni”.

 

Le conclusioni della 1° tappa di Smartland

 

Roberto Grassi (presidente dell’Unione degli Industriali della provincia di Varese), Diego Rossetti (presidente di Confindustria Alto Milanese) e Alessandro Mattinzoli (assessore Sviluppo Economico Regione Lombardia) hanno tratto le conclusione della 1° tappa di Smartland.

 

“La sfida delle sfide che attende nel prossimo futuro i territori più industrializzati – ha detto Roberto Grassi – è quella di maturare capacità di scambio di tecnologie tra settori, attraverso percorsi di sviluppo per contaminazione tra imprese che dobbiamo aiutare nel valorizzare il capitale tecnologico anche al di fuori del proprio mercato di riferimento. La provincia di Varese – ha aggiunto – ha 7 imprese per chilometro quadrato, ossia una densità manifatturiera che è due volte quella della media lombarda e sette volte quella nazionale: sta in questi numeri la nostra forza, nella capacità diffusa di fare impresa. Dobbiamo andare oltre il semplice rapporto impresa/fornitori, per allargare lo sguardo ad un ecosistema dove grandi imprese, pmi, università, centri di ricerca e istituzioni possano fare, insieme, la differenza nelle traiettorie di sviluppo”.

 

“Le fabbriche intelligenti – gli ha fatto eco Diego Rossetti – nascono dal matrimonio tra robotica e informatica, ma senza quel know-how che le persone di esperienza hanno non si possono sfruttare al massimo le nuove tecnologie”.

 

“Investire sulla tecnologia, sull’innovazione e sulla ricerca significa puntare a un futuro di grandi risultati. Un obiettivo da raggiungere insieme – ha precisato Alessandro Mattinzoli – ponendo al centro quel grande capitale che è rimane l’uomo”.